FILIERA TURISTICA IN CAMPANIA GLI SCENARI ECONOMICI DOPO IL CORONAVIRUS
Sostenibilità, innovazione, offerta integrata e mercati esteri le priorità da
affrontare per rilanciare il comparto regionale nel prossimo biennio
Napoli, 19 febbraio 2021 – “Scenario e prospettive di ripresa della filiera turistica in Campania”.
E’ questo il titolo dell’analisi presentata da Intesa Sanpaolo e Srm, Centro Studi collegato al Gruppo
bancario, nel corso di un webinar che ha coinvolto i principali operatori regionali del settore. Dopo
l’intervento introduttivo di Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria e
Puglia di Intesa Sanpaolo, il dibattito ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Massimo Deandreis,
Direttore Generale di Srm.
Le previsioni illustrate nel corso dei lavori evidenziano una rilevante contrazione della domanda
turistica in Campania nello scorso anno con un -70%. In questo contesto emerge un calo più
contenuto delle presenze turistiche italiane (-52,5%) rispetto a quelle straniere (circa -90%).
Si stima che la crisi abbia tagliato il 70% del valore della spesa turistica registrata nel 2019 e il
71% del fatturato delle imprese del settore “core” della filiera turistica, con un impatto negativo
sul Pil regionale del -1,72% (Italia -1,48%).
In un contesto macro-economico che si prevede in miglioramento, il turismo affronterà una sfida rilevante.
Dai tre scenari elaborati da Srm, che si distinguono per la velocità della ripresa, emerge una crescita della
domanda turistica in Campania con valori tra 9,2, 13,4 e 16,3 milioni di presenze, rappresentando
rispettivamente il 41,7%, il 60,9% e il 73,9% del potenziale espresso nel 2019. In particolare, si prevede
una ripresa più veloce del turismo domestico rispetto a quello internazionale.
In termini di valore aggiunto, si stima che nella regione la ripresa della domanda turistica possa far
recuperare tra i 290 milioni e circa 1 miliardo di euro a seconda delle tre ipotesi considerate. Si ricorda
che il peso della filiera turistica sul totale dell’economia regionale è del 12,7%.
Il recupero della ricchezza in Campania si presenta superiore alla media nazionale ma occorre
considerare che il calo nel 2020 è stato più intenso.La componente internazionale della domanda turistica è il vero fattore che inciderà sulla variabilità
della ripresa negli scenari territoriali, dettando sia il quantum che la tempistica del recupero. Ciò è
ancor più evidente in quei territori turistici che vantano una forte attrattività internazionale e che
pertanto presentano una maggiore sensibilità al tema. È il caso di alcune località turistiche campane,
come la penisola sorrentina e la costiera amalfitana (ma anche ovviamente le isole), caratterizzate
da un peso della componente internazionale particolarmente elevato, oltre l’84%, superiore al
dato medio campano (48,3%) e nazionale (50,5%). A ciò si aggiunge una maggiore esposizione a un
turismo intercontinentale: si stima che in tali territori circa il 40% dei turisti stranieri proviene da
paesi extraeuropei, valore elevato rispetto al dato campano (35%) e nazionale (22,7%).
Le prospettive per l’immediato futuro lasciano ben sperare in un biennio in recupero, conseguenza di
una serie di fattori positivi, tra cui il graduale rientro dell’emergenza sanitaria, anche grazie alla
campagna vaccinale in programma. Sia nel breve che nel medio-lungo periodo, il settore turistico
campano dovrà adeguare la propria offerta per poter intercettare una domanda in profonda
trasformazione. Tra le priorità da affrontare per le imprese del settore c’è quella di adeguare le
strutture ai protocolli sanitari, con particolare attenzione alla salubrità degli ambienti. Per
riconquistare il turismo internazionale sarà necessario puntare su politiche di marketing forti e
coordinate, orientate sia agli aspetti digitali che a quelli sostenibili, su una riqualificazione dell’offerta
di prodotti e servizi, per valorizzare al massimo la fascia medio-alta della domanda nazionale e
straniera.
I tre scenari elaborati da Srm per il settore turistico campano nel dettaglio:
• Scenario 1 (più ottimistico)
Per il 2021 si stimano 16,3 milioni di presenze turistiche, con un recupero della domanda del 2019
del 74%, meno inteso del dato nazionale (76,8%) e meridionale (79%). In riferimento alla
provenienza, la spinta del turismo domestico è quasi in linea con quella nazionale e meridionale (89%
contro 90,1% Italia e 91,5% Mezzogiorno), mentre quella relativa alla componente internazionale si
presenta meno vivace (57,8% contro 63,7% Italia e 60% Mezzogiorno). Il minor recupero della
domanda internazionale ridimensiona, rispetto all’Italia e al Mezzogiorno, la positività dell’impatto
economico generato dalla crescita delle presenze. In particolare, l’impatto positivo sulla spesa
turistica è di circa +5,2 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (recupero del 69,5% sul
2019, Italia 73,9% e Mezzogiorno 75,9%). Tale incremento favorirebbe una crescita di oltre 3,7
miliardi di euro del fatturato del settore (recupero del 66% rispetto al 2019, Italia 70,3% e
Mezzogiorno 72,2%).
• Scenario 2 (base)
Per il 2021 si stimano, 13,4 milioni di presenze turistiche, con un recupero della domanda sul 2019
del 61%, minore del dato nazionale (65,4%) e meridionale (67,4%). Anche in questo scenario si
riscontra una maggiore vivacità nella ripresa della domanda domestica (74,8%) rispetto a quella estera
(46%), ma il recupero dei valori del 2019 resta, in entrambi i casi, più basso rispetto a quanto si
prevede per l’Italia (presenze nazionali 81,7%, presenze straniere 49,5%) e per il Mezzogiorno
(80,9% e 45,7%). L’impatto positivo sulla spesa turistica è di circa +4,1 miliardi di euro rispetto
all’anno precedente (recupero sul 2019: 54,6%, Italia 61,9%, Mezzogiorno 62,9%). Tale incremento
favorirebbe una crescita di circa 3 miliardi di euro del fatturato del settore (recupero del 52,2%
rispetto al 2019, Italia 59,2%, Mezzogiorno 60%).
• Scenario 3 (meno ottimistico)
Per il 2021 si stimano 9,2 milioni di presenze, riconquistando quasi il 42% della domanda turistica
del 2019, recupero inferiore al dato nazionale e meridionale (52,3% e 53%). La componente
domestica recupera il 58,7% sul 2019 (Italia 71,7%, Mezzogiorno 69,4%), mentre quella internazionale il 23,5% (Italia 34%, Mezzogiorno 26,4%). L’impatto positivo sulla spesa turistica
annuale è di 2,8 miliardi di euro (recupero sul 2019: 37,5%, Italia 50,7% Mezzogiorno 50,1%) con
una spinta del fatturato del settore di circa 2 miliardi di euro (recupero del 36,3% rispetto al 2019,
Italia 48,9%, Mezzogiorno 47,6%).
Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa Sanpaolo:
“La pandemia ha colpito duramente l’intera filiera turistica del Mezzogiorno. Nei prossimi mesi le
imprese campane di questo settore avranno l’opportunità di ripartire e la Banca continuerà a
sostenerle, offrendo loro tutti gli strumenti necessari per riorganizzare le attività. Il nostro Gruppo,
sin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, ha messo in campo misure nazionali significative per
le aziende dell’industria turistica: un plafond da 2 miliardi di euro a sostegno della liquidità e la
possibilità di sospendere fino a 24 mesi le rate dei finanziamenti in essere. Inoltre con l’accordo con
Federalberghi, siglato a maggio dello scorso anno, abbiamo ribadito l’impegno nel settore non solo
a livello finanziario ma anche consulenziale per tutti gli associati. Nel 2020 abbiamo concretamente
sostenuto l’interno sistema produttivo campano. Basti pensare che abbiamo erogato finanziamenti,
compresi gli interventi per il Covid-19, per circa 3,3 miliardi di euro. Abbiamo inoltre concesso circa
46.000 moratorie per un debito residuo di oltre 4,5 miliardi e favorito oltre 50 accordi regionali di
filiera”.
Massimo Deandreis, Direttore Generale di Srm: “Gli scenari 2021 in Campania indicano una
ripresa della domanda complessiva, spinta in particolar modo da quella domestica, mentre la piena
ripresa delle presenze straniere, in particolare quelle più “lontane”, avverrà solo più avanti. I dati
dello scenario base prevedono – per quest’anno – un recupero di circa il 61% delle presenze effettive
del 2019. Dati importanti ma ancora lontani dal pieno recupero. Occorre quindi lavorare sui punti
di debolezza, tra cui l’eccessiva stagionalità del turismo concentrato per il 68% delle presenze nel
periodo maggio-settembre di cui il 42% delle presenze relativo al turismo balneare. L’analisi è ricca
di spunti per gli operatori. La Campania ha tutte le caratteristiche – ambiente e culturale in primis
– per superare questo momento e ripartire bene appena la pandemia sarà superata. Ma il Covid ci
insegna che alcune trasformazioni sono destinate a durare: investire ora in digitale, sostenibilità e
diversificazione dell’offerta turistica è essenziale per essere più forti domani. Tenendo conto che la
qualità della sanità resterà un elemento chiave anche sulle dinamiche dell’offerta turistica”.