Il Progetto LEE a Lagonegro (PZ)
Il progetto LEE nasce dalla lettura di un particolare bisogno insoddisfatto nel territorio del Lagonegrese: la carenza di servizi, di interventi e di attività adeguati per gli adolescenti e per i loro genitori, ancor di più per quelli vulnerabili.
Le famiglie, indipendentemente dalle specifiche condizioni bio-psico-sociali, hanno bisogno di azioni di sostegno forti, soprattutto in un momento difficile come questo acuito dalla pandemia, che aiutino i ragazzi in ambito scolastico ed extrascolastico. IL progetto Lee si è inserito proprio in tale segmento con i suoi laboratori ed attività scolastiche ed extrascolastiche, che hanno coinvolto anche il Servizio Sociale del Comune di Lagonegro.
L’azione del Centro di Ascolto per le famiglie, avviata all’interno della scuola e in collaborazione con la stessa, è stata prima bloccata dal covid, poi rallentata dai vari DPCM impedendo di fatto per molto tempo l’incontro con le famiglie, che hanno però continuato a ritrovarsi in una condizione di disagio, isolamento e fragilità.
Due sono state le azioni che il Progetto, sollecitato anche dalla Responsabile dell’Ufficio delle politiche sociali del Comune di Lagonegro dr.ssa Maria Rosa La Banca e dalla Vice Sindaca con delega alla scuola Katia Vaiano, ha attivato: riprendere i contatti, in realtà mai interrotti, con il gruppo di ascolto informale nato a scuola con alcune mamme e rispondere alla richiesta formale di intervenire in alcuni casi a fianco del Servizio Sociale.
Ecco le dichiarazioni rilasciate dalla dr.ssa Maria Rosa La Banca:
Il Centro di Ascolto per le famiglie del Progetto Lee ha supportato l’attività del Servizio Sociale del Comune di LAGONEGRO. Quanto è stato importante avere un professionista al fianco delle famiglie?
Sempre più famiglie manifestano a noi del servizio sociale difficoltà nella gestione dei figli e nella relazione con gli stessi. Il nostro servizio segue ad oggi n. 12 famiglie con figli di età compresa tra 07-15 anni.
Non tutte chiedono aiuto, molte hanno problemi economici, il lavoro da fare è proprio quello sulle competenze genitoriali.
Con il Progetto Lee, in assenza del contributo del Consultorio privo della figura dello psicologo da molti mesi ormai, siamo riusciti a garantire interventi ed attività per il supporto delle famiglie nel riconoscere il proprio stile educativo, nella gestione delle dinamiche relazionali con i figli adolescenti, nella lettura e comprensione dei comportamenti che questi attivano e nella decodifica delle loro richieste.
Che risposta c’è stata da parte delle famiglie?
Le famiglie hanno risposto bene ed è stata una risposta che ci aspettavamo poichè conosciamo il territorio e sapevamo di dover colmare degli spazi di socialità che sono sempre più richiesti dai cittadini. Oggi non è semplice fare i genitori e gestire le giovani generazioni, pertanto aver un supporto psicologico, un sostegno alla genitorialità è fondamentale per noi del servizio socio-assistenziale comunale e questo è stato ben percepito dalle famiglie.
Quanto è stato utile in questo periodo di pandemia e crisi socio-economica poter avere un servizio psicologico per le famiglie?
La pandemia e la conseguente crisi sociale che ha coinvolto anche i centri più piccoli è diventata ormai una quotidianità che dobbiamo affrontare. Dare risposte concrete alle famiglie è il nostro obiettivo, offrire opportunità di crescita è un compito fondamentale che abbiamo. Avere un professionista al supporto del servizio delle politiche sociali è di fondamentale importanza, abbiamo avuto dei feedback molto positivi: la famiglie hanno bisogno di essere ascoltate e il nostro compito è quello di offrire possibilità e supporto in questo periodo difficile. Contiamo di poter continuare questa attività e di poter essere un riferimento.