La Città della Pace ‘congelata’ per via delle strumentalizzazioni leghiste
È partita la macchina per produrre le necessarie osservazioni per rimandare al mittente le proposte di localizzazione del deposito unico di scorie nucleari che interessano varie parti del territorio regionale.
In molti hanno fatto riferimento alla storica battaglia di Scanzano Jonico, condotta dalle migliaia di lucani che nel lontano 2003 scesero pacificamente in strada per bloccare l’assurda decisione dell’allora governo Berlusconi.
Quella battaglia, oltre a rinsaldare un forte senso di comunità nella popolazione lucana, lasciò in eredità una serie di progetti come quello della “Città della Pace”, ideata dalla compianta Betty Williams, già premio Nobel per la pace. L’idea della Città della Pace nacque durante la mobilitazione popolare in risposta al progetto di localizzare il deposito di materiale radioattivo, con lo scopo di dare un utilizzo alternativo del territorio.
Il progetto si è impantanato da molto tempo a causa dei ritardi burocratici e delle querelle politiche che si sono susseguite in questi anni. Attualmente, per il completamento dell’opera, si attende una delibera regionale utile a finalizzare l’accordo di partenariato tra Regione Basilicata e Comune di Scanzano Jonico. L’accordo è necessario per lo sblocco dei finanziamenti previsti dal PON Legalità 2014-2020 – asse VII “Accoglienza e integrazione migranti” – azione 7.1.2 “Interventi per l’ospitalità dei lavoratori stagionali ed il contrasto al fenomeno del caporalato”.
A tal proposito qualche settimana fa avevamo sollecitato la giunta regionale attraverso un’interrogazione per conoscere i motivi dello stallo, paventando la possibile perdita dei finanziamento. La risposta degli uffici regionali è stata laconica: la delibera è di fatto congelata dallo scorso aprile e non risulta alcuna informazione rispetto alle “sorti” dell’atto.
A questo punto prendono sempre più corpo le ipotesi ventilate negli scorsi mesi: sulla Città della Pace appare evidente il veto di quella parte politica che ama soffiare strumentalmente sul vento dell’odio. Rimangono infatti scolpite sulla pietra le parole di Cariello che non si è nascosto dal dichiararsi contrario al completamento dell’opera.
Il territorio di Scanzano, il cui comune soffre lo stigma del commissariamento per mafia, attende un segnale concreto di svolta verso la normalità. Per adesso la giunta Bardi manda segnali solo ai suoi alleati.